Chi ha dimestichezza con il mondo del Web Marketing e del posizionamento nei motori di ricerca si sarà sicuramente già imbattuto nell’espressione “ricerca semantica“, cerchiamo dunque di capire di che cosa si tratta e soprattutto perché tale concetto è considerato così importante dal punto di vista della visibilità online.

 

Che cosa significa “semantica”?

 

La parola “semantica” assume specifici significati in ambiti molto differenti, ad esempio a livello linguistico, matematico, filosofico, e in tutti i casi è un qualcosa che concerne il significato.

 

Se si parla di semantica non si fa riferimento al significato di una singola parola, bensì a quello di un’espressione, di un enunciato, e questo è molto utile per comprendere che cosa sia la ricerca semantica relativa al web.

 

 

Il posizionamento nei motori di ricerca

 

Come noto tantissimi Webmaster hanno degli obiettivi in ottica SEO.

SEO è acronimo di Search Engine Optimization ed è un attività, o meglio un insieme di attività, che hanno come obiettivo quello di migliorare il posizionamento dei contenuti di un sito Internet all’interno delle pagine del motore.

 

Ovviamente riuscire a guadagnare un buon posizionamento in Google significa rendere il sito più competitivo, quindi ottenere più accessi: è cosa nota d’altronde che la grande maggioranza delle visite a un sito Internet giungano proprio dall’utilizzo di Google, piuttosto che dalla digitazione completa dell’indirizzo o da altri canali, come possono essere ad esempio i Social Network.

 

Non è questa la sede adatta per spiegare quali sono tutti i fattori in grado di influire sul posizionamento di un sito Internet all’interno di Google, tuttavia possiamo sottolineare che è sicuramente utile inserire nei testi del sito delle parole chiave.

 

Utilizzare delle parole chiave in ottica SEO

Utilizzare delle parole chiave in ottica SEO

L’inserimento di queste specifiche keyword serve fondamentalmente a captare le ricerche che vengono effettuate dagli utenti in Google, e questo può favorire il relativo posizionamento.

 

Ovviamente anche da questo punto di vista il discorso si potrebbe approfondire, sottolineando ad esempio che ci sono keyword più o meno “competitive”.

 

Una keyword di ricerca quale “mobili” è in grado di captare delle visite estremamente numerose e variegate, allo stesso tempo però ottenere un buon posizionamento sulla base di una simile parola chiave è davvero molto complesso, una keyword quale “mobili vintage anni 50” al contrario è molto specifica: essa sarà digitata sicuramente da un numero inferiore di navigatori, ma ottenere un buon posizionamento sulla base della medesima sarà molto più semplice.

 

I testi ricchi di parole chiave

 

Alla luce di quanto detto, non sorprende che molti webmaster e molti copywriter cerchino di impostare i testi con una quantità notevole di parole chiave, proprio affinché il contenuto pubblicato in rete si riveli più facilmente posizionabile nel motore di ricerca.

 

In passato, in effetti, testi di questo tipo riuscivano ad ottenere dei risultati interessanti, tuttavia le cose sono profondamente cambiate da quando Google ha modificato i suoi algoritmi al fine di offrire ai suoi utenti dei risultati sempre più pertinenti.

 

Che cosa si intende per ricerca semantica

 

Se ci si chiede cosa sia la ricerca semantica si può affermare che oggi Google non si limita a trovare delle corrispondenze tra le parole digitate dai navigatori e le parole presenti nei testi dei vari siti web, ma va molto più a fondo.

 

Oggi il motore di ricerca riesce infatti ad eseguire una serie di operazioni di analisi di pertinenza del testo davvero molto approfondite, le quali valutano anche la presenza di sinonimi, di eventuali parole correlate, e in generale l’intera sua coerenza.

 

Queste innovazioni hanno modificato radicalmente i criteri di valutazione dei siti web da parte di Google ed è corretto affermare che il motore di ricerca sia divenuto più “intelligente”, riuscendo ad evitare di farsi “ingannare” da tecnicismi e altre forzature realizzate al fine di migliorare il posizionamento del contenuto all’interno dei motori.

 

Il lancio dell’algoritmo Hummingbird

algoritmo Hummingbird

Da questo punto di vista è stato sicuramente un anno molto importante il 2013, quando il team della “grande G” ha lanciato l’algoritmo Hummingbird, termine inglese che significa “colibrì”.

 

Il nome di quest’algoritmo non è affatto casuale: il colibrì infatti riesce a individuare con eccezionale e velocità e precisione ciò che intende catturare con il suo becco, e lo stesso si propone di fare Google: scegliere dei contenuti pertinenti con quanto ricercato al di là di valutazioni superficiali o puramente tecniche.

 

Con il lancio dell’algoritmo Hummingbird, dunque, Google è cambiato profondamente, d’altronde l’ingegnere di Google Matt Cutts aveva annunciato pubblicamente in uno dei suoi video che il motore avrebbe compiuto un’autentica rivoluzione a livello SEO.

 

La penalizzazione dei siti sovraottimizzati

 

Non desta affatto stupore, dunque, il fatto che proprio in corrispondenza del lancio del “colibrì” diversi siti Internet siano “crollati” all’interno della SERP, perdendo tantissime posizioni, al contrario altri siti web hanno riscontrato dei progressi notevoli quanto, probabilmente, insperati.

 

Si può dunque sostenere che la ricerca semantica ha dato una vera e propria “mazzata” ai testi ottimizzati in modo eccessivo, quindi ai testi realizzati principalmente in ottica SEO, infarciti di parole chiave o connotati da altre forzature, come ad esempio dal fatto di essere linkati da tantissime risorse esterne di scarsa qualità.

 

La qualità del testo come priorità assoluta

La qualità del testo come priorità assoluta

Google ha scelto, in una parola, di privilegiare la qualità: il motore di ricerca non si limita a individuare dove sono presenti le parole chiave corrispondenti a quanto l’utente ha ricercato, ma riesce a comprendere quali sono i testi più appropriati, quali sono i contenuti più pertinenti e in grado di offrire al lettore le risposte più approfondite a ciò che sta cercando.

 

É proprio dal lancio di Google Hummingbird che si è iniziato a parlare in modo importante di sovraottimizzazione, ovvero di testi ottimizzati in maniera eccessiva, al punto da poter implicare delle penalizzazioni da parte del motore di ricerca.

 

Rimane utile adoperare in modo strategico qualche parola chiave scelta ad hoc all’interno del testo, ma si tratta di un aspetto assolutamente secondario rispetto alla completezza del testo.

 

Non è affatto retorica sostenere che oggi Google pretenda qualità, e a testimonianza di questo vi è il fatto che se si effettua una ricerca nel motore capita spesso di trovare tra i primi posti dei contenuti che non sono affatto ricchi di keyword, ma che sono stati semplicemente redatti in modo approfondito ed attento.

 

La visibilità a cui possono ambire i buoni contenuti

 

Ovviamente la ricerca semantica ha modificato anche il livello di visibilità a cui un determinato contenuto può ambire.

 

Un esempio calzante potrebbe essere questo: se in passato un articolo dedicato alla ricerca semantica poteva ambire a un buon posizionamento in Google esclusivamente in relazione alla keyword “ricerca semantica”, oggi potrebbe posizionarsi molto bene anche per quel che riguarda ricerche che prevedono tutt’altro tipo di parole chiave, come potrebbero essere ad esempio “scrittura SEO“, “scrivere bene per il web” e molte altre ancora.

 

Com’è cambiato il profilo del professionista SEO

 

Alla luce di quanto detto fino ad ora, è evidente che la ricerca semantica ha modificato in modo importante il modo di intendere la figura del professionista SEO: se in passato era considerato prettamente un tecnico, un programmatore che detiene quasi una sorta di “segreto” professionale, oggi i risultati competitivi in tale ottica sono legati alla qualità dei testi e dei contenuti proposti.

 

Il webmaster che gestisce un sito Internet, dunque, ancor prima che un SEO deve essere un profondo conoscitore delle tematiche trattate, di conseguenza deve essere in grado di produrre testi completi, aggiornati nelle loro informazioni e realmente utili per chi legge.

 

La ricerca semantica ha reso Google più efficace

 

Grazie alla ricerca semantica, dunque, Google ha reso la sua fruizione ancor più fruttuosa, e ha reso sostanzialmente ancor più semplice l’individuazione dei contenuti più interessanti.

 

L’utente, dunque, non deve più riflettere a lungo su quali potrebbero essere le parole chiave più adatte per individuare ciò che sta cercando: è sufficiente effettuare una ricerca generica, o comunque senza dover badare oltremodo alle terminologie con cui viene effettuata, per poter individuare dei contenuti assolutamente validi e pertinenti.

 

Per concludere, dunque, la ricerca semantica ha modificato radicalmente il modo con cui Google valuta i tantissimi siti web indicizzati tra i suoi risultati, di conseguenza per ambire ad una buona visibilità in Google la priorità deve assolutamente essere quella di realizzare dei contenuti di qualità e realmente soddisfacenti per il lettore.

 

Francesca Galasso
francesca galasso 1
Mi occupo prevalentemente di realizzazioni siti web e SEO. Aiuto aziende e liberi professionisti ad avviare il loro business online. Gestisco anche l’aspetto social e grafico dei clienti. Sviluppo inoltre E-commerce con la relativa consulenza